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mercoledì 20 gennaio 2010

L’ennesima umiliazione

Avevo già scritto del mio amico Marco su un post precedente.
Avevo cercato di interpretare, anche se è molto difficile per chi non vive direttamente la diversità, il suo stato d’animo di fronte alle difficoltà rappresentate dalle barriere architettoniche del nostro centro urbano, ma un fatto deprecabile mi ha fatto capire che la giungla stradale o dei trasporti per i disabili è solo la punta di un iceberg nei rapporti di queste persone con la realtà del nostro mondo di normali.
Egli è etichettato come portatore di handicap oppure diversamente abile.
Queste definizioni vengono coniate per non usare termini dispregiativi che possano colpire la sensibilità di chi deve convivere combattendo con malattie, spesso evolutive che portano a prematura morte. Comunque altamente discriminanti rispetto alla vita di coloro che si autodefiniscono “normali”.
Credo che l’intenzione sia giusta rispetto al coniare termini come matti o handicappati.
Il problema sta da un’altra parte, cioè nello stato d’animo con cui viene accesa una qualsiasi forma di relazione. Se esiste la convinzione che sono esseri umani come noi, con la loro dignità e le loro attitudini intellettive, la loro sensibilità e la loro capacità di esprimere sentimenti come qualunque altro di noi, allora rivolgersi con una terminologia più soft non solo è giusto ma rappresenta un dovere. L’impressione invece che certi fatti, come quello che vi racconterò, in cui loro sono attori, spesso senza la capacità di reazione, mi fanno pensare che le definizioni in oggetto non siano per loro ma, semplicemente per acquietare la coscienza di chi si considera “normale”.
Ad esempio: “malato oncologico” ci fa sentire meglio che “colpito da Tumore”.
Ma veniamo al dunque:
Marco tutte le mattine, come avevo scritto, per raggiungere il lavoro deve transitare da stradine sconnesse. Qualche giorno fa, a causa delle buche esistenti nel fondo stradale di Via….si è quasi ribaltato con la sua carrozzina. Data la vicinanza del suo lavoro con la Sede Comunale ha incrociato l’Assessore ai Lavori Pubblici e lo ha fermato raccontando il fatto accadutogli, denunciando lo stato del fondo stradale di quella Via, e del rischio occorsogli.
E’ ormai risaputo che il politico spesso si esprime con cinismo ma la povertà intellettuale di un membro della squadra di governo del nostro territorio, ci fa dubitare delle scelte del nostro primo cittadino
La risposta è stata agghiacciante e di orrido gusto:-
“che me ne importa, tanto siamo assicurati”!!!!!


M. Becattini
P. Rosini

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