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venerdì 22 gennaio 2010

IL RAGAZZO DELLA VIA GLUK

La fregola dei nostri notabili locali, sudditi della politica provinciale e regionale, di voler a tutti i costi costruire l’unico inceneritore di tutta l’area delle tre province di Firenze, Prato e Pistoia, rischia di far pagare alla Valdisieve un danno socioeconomico e ambientale terrificante. In un’area così ristretta, che addirittura l’onorevole di destra Migliori vorrebbe far riconoscere dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità, le verifiche obbligatorie sulle numerose infrastrutture inquinanti si sovrappongono e diventano strumento di discutibili equilibrismi politici.
Esse, in un tragico balletto di numeri, talvolta incomprensibili ai comuni cittadini, perdono la loro funzione principale: quella di garantire la salute dei cittadini e il rispetto dell’economia e del patrimonio storico di un territorio riconosciuto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato , in tutta la Toscana,come uno dei più naturali e meno colpiti dal processo di modernizzazione.

Posseggono un atteggiamento altezzoso e dall’alto di un antico Cementificio che sovrasta tutta la Valle e scalda i forni in attesa dei permessi per bruciare Combustibile Da Rifiuti, inalano, a mò d’esempio per tutto il popolo, nuvole di polveri sottili. Hanno i capelli mossi dalla brezza dei venti nuovi e dal nuovo microclima della Valle, generato dai macinapietre della cava che continuano ad abbassare l’altezza della collina. Sono loro, i maggiorenti della Valdisieve, che guardano quel pauroso ferrovecchio dell’inceneritore dei Cipressi. Guardano, e sognano un futuro invaso dal fumo di una ciminiera alta 62 metri, vomitato da 70.000 tonnellate di rifiuti inceneriti, dei quali la maggior parte provengono da false promesse di differenziazione e di riciclo. Come tanti Pinocchio, pensano ai 50 milioni di euro che cresceranno nell’albero delle banche e saranno pagati dai cittadini.

Intanto le sacrosante esigenze dei cittadini di Rufina e delle frazioni limitrofe, attraversate dall’attuale SS67 che, da sempre produce un venefico inquinamento dell’aria nei centri con maggiore densità abitativa, vengono messe nel piatto della politica con un cinismo degno delle migliori performances berlusconiane.
I Sindaci di Rufina, in un estremo tentativo di difesa, per sollecitare la soluzione a questo ormai drammatico problema dei loro cittadini, fanno muro contro la costruzione dell’inceneritore, negando il permesso di costruire e l’autorizzazione paesaggistica allo stesso, fino a quando il problema della viabilità del centro abitato del loro Comune non verrà risolta.

Ma la spregiudicatezza e il senso di impunità dei giocolieri provinciali delle leggi e dei suoi sudditi, trovano subito la soluzione a questo problema che potrebbe, se non viene reso esecutivo il progetto della SS67, far sfumare anche la costruzione dell’inceneritore. Quindi bisogna interrompere il procedimento di verifica in atto sulla strada statale in oggetto, che fino ad ora non è stato molto positivo.
Infatti l’ Autorità di Bacino ha espresso parere negativo alla localizzazione della strada a ridosso del Fiume Sieve in zona ad alto rischio di esondazione. La Comunità Montana Montagna Fiorentina, pur non avendo potere vincolante sul progetto stesso ha espresso 82 osservazioni. Per non dire che la stessa statale corre a ridosso delle casse di espansione che, guarda caso servono ad accogliere le acque di piena per impedire le esondazioni.
I nostri maggiorenti sanno benissimo che se continuano a piovere osservazioni negative il progetto rischia di dover essere sottoposto alla Valutazione di Impatto Ambientale che allungherebbe tantissimo i tempi di realizzazione. Che cosa fanno allora?
Semplicemente archiviano la procedura in atto, prevista dalla Legge regionale 79/98 (art.11) e applicano l’art.20 del DLgs 152/06, cioè un’altra procedura chiamata di assogettabilità.
Il gioco è fatto! Con una serie di piccole modifiche al progetto iniziale possono andare spediti verso la meta, cioè evitare la Valutazione di impatto ambientale.
Poco importa a loro se i Viadotti, le Rotatorie e i tratti in galleria aumentano, se i costi dell’opera lievitano fino a superare probabilmente il percorso alternativo e molto meno impattante che fu presentato a suo tempo e rapidamente bocciato per il costo troppo elevato.
Con poco margine di errore possiamo ipotizzare che i cittadini di Montebonello, da questa opera, non trarranno nessun giovamento in termini di mobilità locale e si vedranno costruire case sul ciglio di questa strada, nell’area del piano strutturale considerata a trasformazione differita.
Importa ancora meno se, nel caso di esondazione, la strada diventerà un isola in mezzo ad un lago di acqua e detriti.
Un “ragazzo della Via Gluk” facendo un po’ di ironia, ha ipotizzato un magazzino con tanti gommoni per traghettare, nel caso di esondazione del Fiume Sieve, gli automobilisti che rimangono intrappolati in questa isola felice.

Con i soldi dei cittadini si possono comprare le bistecche anche in tempo di crisi.
Lo dimostra l’esistenza, dal lontano 1992, della Società TO.RO (Tosco-Romagnola) che viene sostenuta da finanziamenti dalle Regioni Toscana ed Emilia-Romagna per progettare, appunto la SS67. Dopo 18 anni questa società, di cui, chiaramente, non se ne fa molta pubblicità, non si capisce bene che funzione operativa abbia svolto e se effettivamente come si dice: il gioco abbia valso la candela. L’unica cosa sicura è che essa rappresenta un altro di quei serbatoi dove i politici del “dopo mandato” parcheggiano, con una sorta di “pensione al merito” o, ancora peggio, quelli in cui sono presenti anche quelli “in carriera”, con legittimi dubbi sulla compatibilità del loro incarico politico con la permanenza nella stessa.

Ma alla fine, secondo voi, per i cittadini di Rufina il livello di emissioni inquinanti che sono costretti ad assorbire quotidianamente con la realizzazione dei nuovi lotti della SS67, migliorerà veramente?
Se viene allontanato il livello di traffico, che produce forte inquinamento “diretto” ( emissione puntuale), trasferendo la via di comunicazione, che in realtà sarà la nuova Bretella per Barberino di Mugello, a poche centinaia di metri dalla precedente e con la prospettiva di una moltiplicazione enorme del transito di autoveicoli e TIR, quale sarà l’inquinamento da ricaduta (emissione diffusa)?
Come mai, nel periodo di attività della TORO, non è stato pensato un progetto di mobilità più sostenibile con una circonvallazione a bassa velocità che bypassasse l’abitato di Rufina?
Bastava rinunciare al sogno ricorrente di 165.000000 di euro promessi dallo Stato per la realizzazione dei lotti in questione e preparare un programma finanziario a lungo respiro.
In fondo avremmo avuto 20 anni di tempo, come l’età della TORO.

Rosini

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