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venerdì 29 gennaio 2010

MATRIX

Nei pressi dell’Inceneritore di Montale, nella zona di ricaduta degli inquinanti è stata rilevata diossina nel latte materno di alcune madri in fase di allattamento.
Niente di tragico dice la ASL3, noi lo sapevamo ma non potevamo avvertire perché altrimenti le mamme avrebbero interrotto l’allattamento!
D’altronde, continua la ASL3, siamo nella norma dell’avvelenamento di città fortemente industrializzate e interrompere l’allattamento significherebbe privare il neonato di sostanze importanti necessarie alla sua crescita.. (http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/«mamme-continuate-ad-allattare»-lappello-di-asl-e-amministratori/1844364?edizione=Pistoia).
Non so chi abbia scritto questo comunicato in risposta alla denuncia dei comitati contro l’inceneritore che hanno sollevato il problema, facendo effettuare analisi a proprie spese ad alcune donne residenti nella zona di ricaduta delle sostanze inquinanti dell’inceneritore.
Sicuramente non è un medico, poiché se lo fosse, Ippocrate lo perseguiterebbe tutta la vita oppure dovrebbe dimettersi dalla sua professione perché non ha assolutamente capito il valore della vita umana.
Forse l’ha scritto un amministratore che degli effetti della diossina “non ne capisce una mazza”, mentre invece è molto specializzato su quello che produrrebbe, per la sua posizione lavorativa (magari ottenuta con il frutto di buone parole), una forte denuncia della gravità della cosa.
Ma in fondo, non è importante chi l’ha scritto poiché è semplicemente un personaggio di matrix, chiuso nel guscio virtuale che gli è stato assegnato in questo grande videogame che ha trasformato la nostra società.
Lui, come me che scrivo, abbiamo pochi decenni ancora per continuare a giocare cercando di vincere, mentre l’aspettativa di vita per un neonato è molto, molto più lunga a meno che non la interrompiamo, con un tumore o con altra malattia mortale, fra dieci anni o qualche cosa di più, comunque molto meno di quello che siamo vissuti noi.
rosini

martedì 26 gennaio 2010

LA CALATA DEI BARBARI

Mi preme riportare lo sconcerto e l’incredulità, che colgono il sottoscritto e molti cittadini, sullo scempio che ormai da anni si sta perpretando con la distruzione delle testimonianze storiche e culturali del nostro Comune.L’ultima azione dei nostri illuminati governanti, forse un po’ obnubilati dal calcolo degli oneri di urbanizzazione da incassare da una grande catena di distribuzione, è stata quella di permettere la distruzione della Fornace storica dei Veroni con la sua ciminiera, considerata elemento di archeologia industriale


Questo processo impositivo per una discutibile modernizzazione avviene in un paese su cui gravano grandi problemi di identità culturale, di mancanza di occasioni di socializzazione, di perdita del senso di appartenenza dovuto alle scelte visionarie e creative di sindaci che nel tempo si sono succeduti. Essi hanno pensato, nel decidere confortati da maggioranze politiche bulgare, un tipo di sviluppo e modificazioni urbane estranee ad una comunità che invece lotta con una difficile mobilità dovuta alla forte incidenza di uno stato sociale di pendolarismo, di occupazione locale “a termine” con un notevole numero di raccomandazioni a fini di consenso, di utilizzo di ammortizzatori sociali.
In questo quadro si inserisce una volontà, legata al profitto di aziende, nate inizialmente per benemeriti scopi sociali di cooperazione e di mutuo soccorso, di cancellare ogni testimonianza che possa riportare alla memoria una Pontassieve con forti tradizioni agricole, industriali e manifatturiere.Basti pensare, non molti anni fa alla gloriosa Fabbrica Del Vivo la cui Ciminiera fu distrutta per poter creare il super mercato COOP.

Oppure all’altrettanto importante Manifattura di Ceramiche di pregio come la BRUNELLESCHI, prima manifattura creata in Italia intorno alla seconda metà del 700



il cui corpo principale di fabbrica sarà colmato da appartamenti per borghesi danarosi. La sua facciata di grande pregio archeologico industriale sarà di proprietà di un grande inanimato condominio. Adesso nell’irrefrenabile bisogno di allargare l’area del profitto con 40.000 metri cubi di spazio per vendere, le ruspe dei figli dei vecchi compagni, hanno distrutto la Ciminiera dei Veroni.
Cosa possiamo fare?
Purtroppo molto poco se non denunciare lo sdegno. Con le solite alchimie tecniche e giuridiche il nostro Comune ha permesso, con l’avvallo finale del Consiglio Comunale del 2008, che questo esempio di archeologia, con la sua ciminiera che svettava snella per 35 metri all’imbocco del paese (quasi la rappresentazione di un punto cardinale per la società pontassievina e per i suoi visitatori), venisse distrutta. Io ero Presidente del Consiglio Comunale quando fu votata la Delibera di Variante alla scheda alla scheda P7 (area Centauro) del Regolamento urbanistico in cui si cercava di giustificare la demolizione di questo manufatto. Devo chiedere scusa per non aver esercitato maggior pressione affinchè questo scempio non avvenisse, ma le attribuzioni del mio ruolo non mi permettevano di oppormi, poiché l’atto presentato in Consiglio aveva l’imprimatur della regolarità tecnica ed io non potevo escludere dal dibattito in aula questo punto dell’odg della seduta. Con la maggioranza esistente difficilmente l’atto stesso non sarebbe stato approvato.
Per quello che può valere adesso, visto che nessun’organo di controllo sovracomunale è mai intervenuto sugli atti di governo locale nemmeno per scelte, a mio parere ancora più gravi, voglio lo stesso esprimere alcune riflessioni sull’”operazione ciminiera”. Comprendo la difficoltà di lettura di un linguaggio tecnico che è funzionale a certi personaggi e serve come elemento delle alchimie di cui prima accennavo. Ho la speranza che qualche “addetto ai lavori”, libero e con qualche potere di far sentire la sua voce, valuti le mie osservazioni e, nel caso io fossi nel giusto, si attivi per rendere un minimo di giustizia per questa ferita alla memoria collettiva di Pontassieve.

La storia inizia nel 2005 con le proposte di un Piano Attuativo per il recupero dell’area industriale “CENTAURO” in Località “I VERONI” con destinazione a funzioni produttive e commerciali. Le norme che regolano le attività valutative che i tecnici del Comune dovevano seguire nel procedimento del Piano attuativo in questione sono regolate dalla Legge regionale N.1/ 2005, in particolare dal Regolamento n.4/R del 9.2.2007 sulla VALUTAZIONE INTEGRATA.

La valutazione integrata, secondo l’articolo del citato Regolamento è il processo che evidenzia, nel corso della formazione degli strumenti della pianificazione territoriale e degli atti del governo del territorio, le coerenze interne ed esterne dei suddetti strumenti e la valutazione degli effetti attesi che ne derivano sul piano ambientale, territoriale, economico, STORICO CULTURALE e sulla salute umana considerati nel loro complesso. Questo processo comprende:

- la partecipazione di soggetti istituzionali esterni all’Amministrazione sono soggetti istituzionali individuati nel seguente elenco:
Ufficio Tecnico del Genio Civile, Provincia di Firenze,Regione Toscana, Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale, Consorzio di Bonifica Area F.na, ASL, Autorità di Bacino del Fiume Arno, ARPAT Dip.provinciale, AER SPA, Publiacqua SPA, ENEL Distribuzione, Telecom Italia SPA, RETE FERROVIARIA ITALIANA SPA, SOVRINTENDENZA DEI BENI AMBIENTALI E ARCHITETTONICI e tutti i Comuni Confinanti

- la partecipazione di soggetti non istituzionali esterni, denominati Parti sociali e Associazioni Ambientaliste individuati nel seguente elenco:
Associazioni Ambientaliste, Associazioni di Categoria degli Industriali, dell’Artigianato, dei Consumatori, dei Costruttori Edili, dei Gestori/Smaltitori di rifiuti. Associazioni che tutelano i diritti dei diversamente abili, altre Associazioni che abbiano come scopo la tutela dei diritti sociali in genere, Rappresentanti dei lavoratori, Università ed Enti di ricerca.

Ho trascritto integralmente questi elenchi per far comprendere la complessità e al contempo le garanzie di giudizio che la Valutazione Integrata può contenere.

Ma la prima operazione alchemica del nostro Comune per evitare tutta questa lungaggine nel far partecipare, con loro pareri ed osservazioni, tutti questi enti e associazioni alle proposte di modificazione di questa area contenente anche la Fornace e Ciminiera dei Veroni, è stata quella di illustrare con fragili motivazioni l’esclusione dal Procedimento di Valutazione Integrata
Una Direttiva della Giunta Municipale, la n.132 del 27/12/2007 nelle premesse recita:…” La progettazione deve tener conto delle costruzioni esistenti nel Lotto, nell’ottica dell’archeologia industriale. Come segno delle preesistenze deve essere ristrutturata almeno la ciminiera…”( questa dichiarazione è stata presa da ciò che è scritto nel Piano Guida del 2003)
Nel proseguio la stessa Giunta dichiara:” Inoltre a differenza di quanto indicato nel Piano Guida del 2003, la proposta del Piano Attuativo non comporta la ristrutturazione della Ciminiera, ma la sua integrale demolizione per i motivi che verranno esposti di seguito….”
In altro punto:
“…che la scelta del Piano attuativo di demolire la Ciminiera, da esplicitare opportunamente anche nella scheda norma P7 del regolamento Urbanistico, non contraddice alcuna norma dello stesso regolamento oggi vigente, stante il fatto che la ciminiera non è annoverata tra gli edifici di interesse culturale e la sua ristrutturazione non costituisce una invariante strutturale( sic!)… ma è disposta soltanto nel Piano Guida che è precedente al regolamento……”
Ecco che la parte più importante della reazione alchemica si realizza!!!!!
Attraverso l’omissione nel presente testo di ciò che dice il Piano strutturale alla tav 11.1 affermano l’importanza del Regolamento Urbanistico rispetto al Piano Guida che risale all’anno 2003. In pratica si dice che nel Regolamento Urbanistico non esiste menzionata la Ciminiera come elemento essenziale del territorio, quindi invariante strutturale, anzi attraverso la V Variante del 2008, lo stesso Regolamento urb. afferma che la ciminiera deve essere demolita e che l’unico riferimento per l’eventuale ristrutturazione era scritto in un Piano di “ben 2 anni prima”.

Per dei tecnici così preparati e attenti a far quadrare i cerchi, è piuttosto curioso che si siano dimenticati di verificare il Piano Strutturale dove sono descritte le invarianti strutturali . Trova conforto la mia ipotesi quando leggendo l’art.53, comma2 della Legge Regionale 1/2005 Norme per il Governo del territorio, vedo scritto.”..Il Piano Strutturale delinea la strategia dello sviluppo territoriale comunale mediante l’indicazione e la definizione:
lettera e) delle prescrizioni…degli atti comunali di cui all’art.10 comma2 ( fra questi atti comunali è citato il Regolamento Urbanistico ndr).
Nel comma 4) dello stesso articolo: …” le prescrizioni di cui al comma 2 lettera e) definiscono ed individuano:
a) le quantità, con il riferimento alle Unità territoriali Organiche Elementari, sistemi e subsistemi, da rispettare con il Regolamento Urbanistico.
Da ciò si evince: ciò che da luogo alle norme del Regolamento Urbanistico sono le norme contenutenel Piano Strutturale e le prescrizioni che lo stesso indica e definisce al Regolamento stesso e non viceversa!!!!!
A questo punto non rimane che andare a leggere ed osservare la Tavola 11.1 degli allegati al Piano Strutturale e come per magia appare la pianta della Fornace con la sua Ciminiera e una scritta:
Legenda: SUBSISTEMA STORICO
Tipo: ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
Nome: FORNACE RURALE DEI VERONI
Superficie: 89 mq
Leggendo anche le norme del Piano Strutturale, all’art.15 comma 1 .
“ sono invarianti strutturali del subsistema insediativo storico, individuate nella Tav.11,1”

Sono colpito e sconcertato da questa grave scelta di demolire una delle ultime testimonianze dell’identità culturale e tradizione operaia di pontassieve. Mi rendo conto, anche con cinque anni di attività politica alle spalle, in cui sono stato coerente con la maggioranza in funzione di una fiducia ideologica, di come sia distante la politica e le azioni fatte dalla Giunta, che giuridicamente è solo un Organo esecutivo e con poteri residuali, dall’Assemblea degli eletti che è il Consiglio Comunale.
Molte volte ho denunciato la distanza fra questi due Organismi Istituzionali ma mi è sempre stato detto che la Legge riconosce al Sindaco e alla sua squadra forti poteri.
L’esperienza invece mi ha dimostrato che così non è in termini giuridici e non lo sarebbe neanche in quelli politici se la cecità di un partito dominante non annullasse di fatto il dibattito interno ed anche con le forze di sinistra sinceramente progressiste.
Paolo R.

venerdì 22 gennaio 2010

IL RAGAZZO DELLA VIA GLUK

La fregola dei nostri notabili locali, sudditi della politica provinciale e regionale, di voler a tutti i costi costruire l’unico inceneritore di tutta l’area delle tre province di Firenze, Prato e Pistoia, rischia di far pagare alla Valdisieve un danno socioeconomico e ambientale terrificante. In un’area così ristretta, che addirittura l’onorevole di destra Migliori vorrebbe far riconoscere dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità, le verifiche obbligatorie sulle numerose infrastrutture inquinanti si sovrappongono e diventano strumento di discutibili equilibrismi politici.
Esse, in un tragico balletto di numeri, talvolta incomprensibili ai comuni cittadini, perdono la loro funzione principale: quella di garantire la salute dei cittadini e il rispetto dell’economia e del patrimonio storico di un territorio riconosciuto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato , in tutta la Toscana,come uno dei più naturali e meno colpiti dal processo di modernizzazione.

Posseggono un atteggiamento altezzoso e dall’alto di un antico Cementificio che sovrasta tutta la Valle e scalda i forni in attesa dei permessi per bruciare Combustibile Da Rifiuti, inalano, a mò d’esempio per tutto il popolo, nuvole di polveri sottili. Hanno i capelli mossi dalla brezza dei venti nuovi e dal nuovo microclima della Valle, generato dai macinapietre della cava che continuano ad abbassare l’altezza della collina. Sono loro, i maggiorenti della Valdisieve, che guardano quel pauroso ferrovecchio dell’inceneritore dei Cipressi. Guardano, e sognano un futuro invaso dal fumo di una ciminiera alta 62 metri, vomitato da 70.000 tonnellate di rifiuti inceneriti, dei quali la maggior parte provengono da false promesse di differenziazione e di riciclo. Come tanti Pinocchio, pensano ai 50 milioni di euro che cresceranno nell’albero delle banche e saranno pagati dai cittadini.

Intanto le sacrosante esigenze dei cittadini di Rufina e delle frazioni limitrofe, attraversate dall’attuale SS67 che, da sempre produce un venefico inquinamento dell’aria nei centri con maggiore densità abitativa, vengono messe nel piatto della politica con un cinismo degno delle migliori performances berlusconiane.
I Sindaci di Rufina, in un estremo tentativo di difesa, per sollecitare la soluzione a questo ormai drammatico problema dei loro cittadini, fanno muro contro la costruzione dell’inceneritore, negando il permesso di costruire e l’autorizzazione paesaggistica allo stesso, fino a quando il problema della viabilità del centro abitato del loro Comune non verrà risolta.

Ma la spregiudicatezza e il senso di impunità dei giocolieri provinciali delle leggi e dei suoi sudditi, trovano subito la soluzione a questo problema che potrebbe, se non viene reso esecutivo il progetto della SS67, far sfumare anche la costruzione dell’inceneritore. Quindi bisogna interrompere il procedimento di verifica in atto sulla strada statale in oggetto, che fino ad ora non è stato molto positivo.
Infatti l’ Autorità di Bacino ha espresso parere negativo alla localizzazione della strada a ridosso del Fiume Sieve in zona ad alto rischio di esondazione. La Comunità Montana Montagna Fiorentina, pur non avendo potere vincolante sul progetto stesso ha espresso 82 osservazioni. Per non dire che la stessa statale corre a ridosso delle casse di espansione che, guarda caso servono ad accogliere le acque di piena per impedire le esondazioni.
I nostri maggiorenti sanno benissimo che se continuano a piovere osservazioni negative il progetto rischia di dover essere sottoposto alla Valutazione di Impatto Ambientale che allungherebbe tantissimo i tempi di realizzazione. Che cosa fanno allora?
Semplicemente archiviano la procedura in atto, prevista dalla Legge regionale 79/98 (art.11) e applicano l’art.20 del DLgs 152/06, cioè un’altra procedura chiamata di assogettabilità.
Il gioco è fatto! Con una serie di piccole modifiche al progetto iniziale possono andare spediti verso la meta, cioè evitare la Valutazione di impatto ambientale.
Poco importa a loro se i Viadotti, le Rotatorie e i tratti in galleria aumentano, se i costi dell’opera lievitano fino a superare probabilmente il percorso alternativo e molto meno impattante che fu presentato a suo tempo e rapidamente bocciato per il costo troppo elevato.
Con poco margine di errore possiamo ipotizzare che i cittadini di Montebonello, da questa opera, non trarranno nessun giovamento in termini di mobilità locale e si vedranno costruire case sul ciglio di questa strada, nell’area del piano strutturale considerata a trasformazione differita.
Importa ancora meno se, nel caso di esondazione, la strada diventerà un isola in mezzo ad un lago di acqua e detriti.
Un “ragazzo della Via Gluk” facendo un po’ di ironia, ha ipotizzato un magazzino con tanti gommoni per traghettare, nel caso di esondazione del Fiume Sieve, gli automobilisti che rimangono intrappolati in questa isola felice.

Con i soldi dei cittadini si possono comprare le bistecche anche in tempo di crisi.
Lo dimostra l’esistenza, dal lontano 1992, della Società TO.RO (Tosco-Romagnola) che viene sostenuta da finanziamenti dalle Regioni Toscana ed Emilia-Romagna per progettare, appunto la SS67. Dopo 18 anni questa società, di cui, chiaramente, non se ne fa molta pubblicità, non si capisce bene che funzione operativa abbia svolto e se effettivamente come si dice: il gioco abbia valso la candela. L’unica cosa sicura è che essa rappresenta un altro di quei serbatoi dove i politici del “dopo mandato” parcheggiano, con una sorta di “pensione al merito” o, ancora peggio, quelli in cui sono presenti anche quelli “in carriera”, con legittimi dubbi sulla compatibilità del loro incarico politico con la permanenza nella stessa.

Ma alla fine, secondo voi, per i cittadini di Rufina il livello di emissioni inquinanti che sono costretti ad assorbire quotidianamente con la realizzazione dei nuovi lotti della SS67, migliorerà veramente?
Se viene allontanato il livello di traffico, che produce forte inquinamento “diretto” ( emissione puntuale), trasferendo la via di comunicazione, che in realtà sarà la nuova Bretella per Barberino di Mugello, a poche centinaia di metri dalla precedente e con la prospettiva di una moltiplicazione enorme del transito di autoveicoli e TIR, quale sarà l’inquinamento da ricaduta (emissione diffusa)?
Come mai, nel periodo di attività della TORO, non è stato pensato un progetto di mobilità più sostenibile con una circonvallazione a bassa velocità che bypassasse l’abitato di Rufina?
Bastava rinunciare al sogno ricorrente di 165.000000 di euro promessi dallo Stato per la realizzazione dei lotti in questione e preparare un programma finanziario a lungo respiro.
In fondo avremmo avuto 20 anni di tempo, come l’età della TORO.

Rosini

mercoledì 20 gennaio 2010

L’ennesima umiliazione

Avevo già scritto del mio amico Marco su un post precedente.
Avevo cercato di interpretare, anche se è molto difficile per chi non vive direttamente la diversità, il suo stato d’animo di fronte alle difficoltà rappresentate dalle barriere architettoniche del nostro centro urbano, ma un fatto deprecabile mi ha fatto capire che la giungla stradale o dei trasporti per i disabili è solo la punta di un iceberg nei rapporti di queste persone con la realtà del nostro mondo di normali.
Egli è etichettato come portatore di handicap oppure diversamente abile.
Queste definizioni vengono coniate per non usare termini dispregiativi che possano colpire la sensibilità di chi deve convivere combattendo con malattie, spesso evolutive che portano a prematura morte. Comunque altamente discriminanti rispetto alla vita di coloro che si autodefiniscono “normali”.
Credo che l’intenzione sia giusta rispetto al coniare termini come matti o handicappati.
Il problema sta da un’altra parte, cioè nello stato d’animo con cui viene accesa una qualsiasi forma di relazione. Se esiste la convinzione che sono esseri umani come noi, con la loro dignità e le loro attitudini intellettive, la loro sensibilità e la loro capacità di esprimere sentimenti come qualunque altro di noi, allora rivolgersi con una terminologia più soft non solo è giusto ma rappresenta un dovere. L’impressione invece che certi fatti, come quello che vi racconterò, in cui loro sono attori, spesso senza la capacità di reazione, mi fanno pensare che le definizioni in oggetto non siano per loro ma, semplicemente per acquietare la coscienza di chi si considera “normale”.
Ad esempio: “malato oncologico” ci fa sentire meglio che “colpito da Tumore”.
Ma veniamo al dunque:
Marco tutte le mattine, come avevo scritto, per raggiungere il lavoro deve transitare da stradine sconnesse. Qualche giorno fa, a causa delle buche esistenti nel fondo stradale di Via….si è quasi ribaltato con la sua carrozzina. Data la vicinanza del suo lavoro con la Sede Comunale ha incrociato l’Assessore ai Lavori Pubblici e lo ha fermato raccontando il fatto accadutogli, denunciando lo stato del fondo stradale di quella Via, e del rischio occorsogli.
E’ ormai risaputo che il politico spesso si esprime con cinismo ma la povertà intellettuale di un membro della squadra di governo del nostro territorio, ci fa dubitare delle scelte del nostro primo cittadino
La risposta è stata agghiacciante e di orrido gusto:-
“che me ne importa, tanto siamo assicurati”!!!!!


M. Becattini
P. Rosini

venerdì 15 gennaio 2010

GIOCHI DI PRESTIGIO




Il futuro sulla gestione dei rifiuti da parte di ATO 6 è terminato dal momento in cui la Legge Regionale 61/07 è entrata in vigore e si costituisce ATO CENTRO TOSCANA che assorbe i tre ATO delle Provincie di Firenze, Prato, Pistoia.
Tre Consigli di Amministrazione, tre Presidenti, una schiera di funzionari e consulenti si fondono in un unico Organismo che taglia inesorabilmente il numero degli incarichi ed anche se, nella nuova situazione il piatto dei rifiuti è più ricco, il numero dei Comuni partecipanti è veramente grande e le quote azionarie veramente piccole.
Ma le attenzioni maggiori, nel percorso di consolidamento del MacroAto, sono per le provincie dove sono previsti gli Impianti di Incenerimento e per il Comune di Rufina, sede dell’Inceneritore, assieme agli altri limitrofi, questa legge rischia di sconvolgere tutto un lavoro politico fondato su una falsa informazione del reale impatto del megainceneritore da 70.000 tonnellate, da un comportamento dei tecnici della Provincia sulle valutazioni di impatto ambientale, fondato sulla contrapposizione con la partecipazione ed eludendo il principio di massima precauzione, che sono punti cardine della Legge Reg.79 sulla Valutazione di impatto Ambientale.
Nel ns territorio, in barba all’impoverimento ambientale e socioeconomico che produrrà l’impianto,
ci saranno le amministrazioni e un privato o gruppo di privati che ne finanzieranno la costruzione con 50.000.000 di Euro.
Attualmente il Comune di Pontassieve detiene circa il 48% delle quote della Società a capitale misto AER SPA, il resto va agli altri Comuni e ai privati che posseggono attualmente il 6% circa.
La LR 61/07, è destinata a sconvolgere questi equilibri di rapporti fra gli amministratori locali, la Provincia e i privati che da molti anni anelano alla partecipazione dei profitti che derivano dal finanziamento e dalla realizzazione dell’impianto.
ATO 6 si è fusa con ATC e AER SPA dovrà unirsi in un Gestore Unico come previsto dalla Legge. L’ATOTOSCANACENTRO penserà agli affidamenti delle gestioni sui rifiuti a quelle aziende che non hanno le concessioni “legittimamente in essere”. AER SPA che nel 2000, molto tempo prima dell’intervento della Corte di Giustizia Europea verso le Amministrazioni Pubbliche del ns Paese per violazione di norme sulla concorrenza (–intervento che ha prodotto la modifica dell’art.113 del DLgs 267/2000 con l’introduzione del comma 15bis che fissa il principio della gara ad evidenza pubblica-), al fine di vendere quote azionarie ai privati, pubblicò un Bando di Gara pubblica. Sia stata o meno una Gara ad evidenza pubblica secondo l’art.113 ed anche i movimenti delle quote azionarie, dal 2000 ad ora, siano in linea con quanto previsto dalla nuova normativa, spetta ad ATO CENTRO, con provvedimento motivato , stabilirlo.
Straordinariamente però, ancora prima di sapere se l’Azienda avesse o meno i requisiti previsti, AER SPA trasferisce le concessioni per la realizzazione e per la gestione dell’inceneritore ad una SRL che è esattamente una fotocopia della stessa. Con 20.000 E di capitale iniziale, ritroviamo gli stessi soci pubblici e privati, con le stesse quote azionarie e con in tasca le concessioni per il finanziamento, la realizzazione e la gestione dell’inceneritore! BINGO!!! La magia è fatta!!!
Può venire pure il Gestore unico, tanto noi fino al 2050 ( quando termina il mutuo che le amministrazioni pubbliche apriranno, aumentando un indebitamento che peserà sulla fiscalità dei cittadini) la ns società andrà avanti e noi saremo i diretti gestori di quasi tutto il ciclo dei rifiuti.
Poco importa se la legge 61 è stata concepita per ottenere un risparmio nelle spese dell’amministrazione pubblica, se è stata prevista una razionalizzazione e ottimizzazione della gestione rifiuti. Se, e questo è il punto importante, finalmente ci saranno procedure pubbliche negli affidamenti e non direttamente fra amministrazione e privato. In un colpo solo siamo riusciti a creare un Direttore generale in AER SPA, oltre al Presidente. Un Consiglio di amministrazione nuovo di zecca in AER SRL, un Presidente che come tradizione vuole proviene da due mandati da sindaco.
Quando raccontavo ai ragazzi della Costituzione, uno di loro mi disse: se io per avere i miei diritti ho il dovere di rispettare le regole e chi ci governa, chi ha il diritto di fare le regole e di governare, quali doveri deve rispettare?

lunedì 11 gennaio 2010

"Qualcosa è meglio di...niente!!!"



Siamo consapevoli che “fare qualcosa” sia sempre meglio che “ non fare niente”,
apprendiamo però, con un certo stupore visto che sono anni che se ne parla, dell’inizio del sistema porta a porta che verrà applicato nelle zone industriali di Pontassieve e Molin del Piano. A quanto si legge nei celebrativi e adulatori comunicati del Comune, fare il porta a porta in una zona industriale rappresenta una novità culturale, remunerativa in termini di percentuali di raccolta differenziata e rappresenta un degno obiettivo di risanamento ambientale.
Forse nel comunicato emesso dal Comune su questa iniziativa, oltre alla serie di discutibili statistiche sulla percentuale di differenziata, con o senza il premio dell’1,7% sul compostaggio (senza il quale non si sarebbe raggiunta la percentuale del 45% richiesta per legge ), andava spiegato ai cittadini che trattasi di raccolta differenziata non di rifiuti urbani, eccetto quelli delle 28 abitazioni, ma di “assimilati”, o imballaggi di prima, seconda e terza classe. Questa tipologia di rifiuti speciali non pericolosi segue una normativa nel percorso di smaltimento e di differenziazione che non è uguale a quella per i rifiuti urbani. E’ una scelta che non riusciamo a comprendere pensando alla filosofia della raccolta differenziata destinata al riutilizzo o riciclo, che dovrebbe tendere anche alla diminuizione della produzione della frazione di rsu da incenerire.
Pensiamo che, come indica la legge, la frazione residua degli ingombranti che non sono stati inviati al riciclo e al riutilizzo, non faccia parte del computo generale della raccolta differenziata e nemmeno quel quantitativo di multimateriali residuo che eccede il15%. E’ comunque difficile capire il criterio di questa scelta tecnica e politica che privilegia un area industriale omogenea, rispetto ad altre aree urbane con nuclei familiari e il restante delle attività lavorative del nostro Comune.
Il lato più incredibile della faccenda è che si va a promuovere, con il porta a porta, una differenziata che già è obbligo di legge per i produttori e gli utilizzatori di rifiuti speciali da attività lavorative.
Nel contempo invece di punire chi provoca degrado ambientale e sanitario, con il principio di legge che “chi inquina paga” ( principio che, tra l’altro, è il presupposto per il passaggio dalla vecchia tassa –tarsu - alla tariffa comunemente chiamata TIA), alla fine, viene, di fatto, favorito chi abbandona rifiuti dandogli l’alibi che qualcuno li verrà a prendere.
Probabilmente, salvo che questa esperienza di porta a porta faccia parte dei finanziamenti regionali stabiliti dall’Assessore BRAMERINI ( Del.Giunta Reg. n.631/08), il maggior impegno di spesa di AER SPA, per questo anomalo “porta a porta”, verrà imputato sulla parte fissa della TIA e quindi pagato da tutti i cittadini. Dubitiamo seriamente della legittimità di questo onere se fosse applicato, visto che, per Regolamento T I A, i produttori di rifiuti speciali ( quindi “assimilati” e, in questo caso “pericolosi”e “non-pericolosi”) che devono smaltire per conto proprio vengono esentati dalla parte variabile della TIA. Inoltre è presumibile che abbiano una Convenzione con AER per pagare “il corretto smaltimento”.

Raggiungere gli obiettivi fissati dalla legge per la percentuale di raccolta differenziata, che dal 45% del 2008, dovrà raggiungere il 65% nel 2012 significa promuovere una coscienza collettiva di gestione virtuosa dei rifiuti, contemporaneamente ad un forte impegno verso le aziende i cui imballaggi primari vanno ad aumentare la produzione di rsu dei nuclei familiari. Promuovere e sostenere una politica di riduzione degli imballaggi di seconda e terza classe.
Non dimentichiamo che la Toscana è una delle poche regioni con il maggior quantitativo di rifiuti pro capite di circa 700 kg. contro i 548 del Centro Italia, proprio per la scelta di assimilare gli speciali agli urbani!
L’ultimo grande interrogativo di cui non abbiamo niente di documentato è quello di quanto, di questo glorioso 45% di differenziata, viene inviato effettivamente al riciclo e al riutilizzo. Quanto va in discarica? E quanto usato come sovvallo combustibile per l’inceneritore?
Forse dovreste calibrare l’uso della comunicazione, spesso mistificante, promuovendo un rapporto formativo e informativo con i cittadini che abbia il fine di sviluppare realmente il principio della raccolta differenziata di rifiuti urbani e la diminuizione dei rifiuti alla fonte.

ROSINI

sabato 9 gennaio 2010

Qualche notizia su AER IMPIANTI SRL


“AER SPA è stata confermata con giusta Del. N.1 dell’Ambito Ottimale 6 affidataria del sevizio di igiene urbana in regime di salvaguardia…( estratto di Del.del Cons.Comunale di Pontassieve n.42 del 21/04/09)”.

Premesso
1) L’Art.18, comma 1 della Legge Regionale n.61/2007, che modifica l’Art. 24, comma 1 della Legge Regionale 25/98, cita:… sono Istituiti i seguenti ATO.. ATO TOSCANA CENTRO, costituito dai Comuni compresi nelle Provincie di Firenze,Prato, Pistoia…..
2) Dalla Delibera della Giunta Regionale n.630 del 04/08/08 si legge:…Considerato che, ai sensi dell’art. 26 della Legge Regionale 61/07, il soggetto competente a compiere tutte le attività necessarie all’affidamento del servizio fra le quali rientra la verifica dei soggetti gestori delle concessioni che non risultano cessate, ai sensi dell’art.113 comma 15bis del DLgs 267/2000 e l’eventuale adeguamento degli atti di affidamento al fine della realizzazione degli impianti è la COMUNITA’ D’AMBITO costituita ai sensi dell’art.24 della Legge Regionale 25/98
3) Le nuove Comunità di Ambito secondo l’art.24, comma 3 della Legge Regionale 61/07 subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi delle corrispondenti Comunità degli ATO già esistenti.
4) Dalla Delibera della Giunta Regionale n.630/08:…Ritenuto pertanto necessario.., che siano le nuove Comunità d’Ambito verificare i requisiti dei concessionari non cessati ai sensi dell’art.113 , comma 15bis del DLgs 267/2000 e conseguentemente dei soggetti legittimati alla realizzazione degli interventi, verifica che deve essere compiutamente motivata e deve quindi dar conto dei requisiti sopra richiamati…DELIBERA…4) Di dare mandato alla COMUNITA’ D’AMBITO ATO TOSCANA CENTRO, non appena costituita, di individuare, con provvedimento motivato e alla luce dei requisiti in premessa.., i concessionari non cessati e conseguentemente i soggetti legittimati alla realizzazione degli interventi previsti dal Piano Straordinario.

Considerato quanto in premessa sembra, essendo la Del.n.1 di ATO 6 successiva alla Del.Reg.630/08, che l’Ambito Ottimale 6 non abbia alcun titolo per confermare o meno l’affidamento ad AER SPA.

“ ..AER SPA ha deciso, nella sua piena autonomia gestionale, di costituire la Societò AER IMPIANTI srl con l’intento di utilizzare la nuova societò per finanziare la realizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti con il ricorso alla finanza di progetto, in particolare per isolare i flussi di cassa relativi alla gestione dell’impianto rispetto a quelli relativi alla gestione dei servizi sul territorio( Dalla Delibera CC Pontassieve n.42 del 21/04/09”)

Viene spontaneo chiedersi come, AER SPA, possa esercitare questa sua presunta “piena autonomia gestionale” mentre, in realtà salvo prova contraria, la stessa è in attesa di una verifica dei requisiti atti a stabilire se trattasi di azienda con le concessioni in essere o meno.
In questo status di consolidamento della Legge Regionale 61/07, i cui principi ispiratori derivano dalla volontà di produrre risparmi nell’Amministrazione Pubblica, rispettando l’economicità l’efficienza e l’etica della concorrenza, pensavamo che AER SPA esercitasse la gestione del ciclo integrato dei rifiuti in forma “corrente”, cioè
-senza modificare i suoi rapporti associativi attraverso la costituzione di AER IMPIANTI SRL,
-senza prendere decisioni che in prospettiva sarebbero contrarie alle indicazioni della L.R.61/07 che definisce un unico gestore per ogni ATO accorpato. Se AER IMPIANTI SRL realizzasse gli scopi per cui è stata costituita e che sono descritti nello statuto della stessa, si verrebbe a creare una situazione curiosa:
- AER SPA verrebbe accorpata oppure cambierebbe scopi sociali: Non deterrebbe comunque la gestione dei rifiuti in forma totale, come avviene attualmente. ( dalla Del.delCC di Pontassieve n..del vengono modificati gli scopi sociali di AER SPA integrandoli con la possibilità di svolgere tutta una serie di servizi pubblici quali cartellonistica stradale, comunicazioni con il pubblico,…etc., ma la cosa che lascia ancor più perplessi è che con questa Delibera viene stabilita la scadenza del mandato societario al 2050, arco di anni necessario per il finanziamento e gestione dell’inceneritore)
Al momento dell’ accorpamento in un unico gestore come potrebbe AER SPA, di conseguenza AER IMPIANTI SRL, continuare a gestire in proprio tutta la parte dello smaltimento dei rifiuti e quella relativa alla realizzazione e gestione dell’inceneritore?

AER IMPIANTI è stata costituita direttamente da una società mista pubblico-privata. Le stesse quote proporzionali alla sussistenza nella spa, sono state riacquistate dagli stessi soci a cui è stata affidato il finanziamento, la realizzazione e la gestione dell’inceneritore.
Un altro interrogativo si pone, ancora in contraddizione con la L-R.61/08.:
è mai possibile che se gli affidamenti devono rispondere ad un requisito fondamentale cioè quello che la società mista deve indire una gara ad evidenza pubblica per la scelta dei soci privati,
Gli stessi già esistenti nella fotocopia AER SPA si ritrovano, in barba a tutte le Leggi e i Protocolli d’intesa, gestori assoluti della parte finale del ciclo dei rifiuti senza minimamente essere entrati in concorrenza con il settore a cui appartengono.

“AER SPA è stata confermata con Del. N.1, 1 Aprile 2004, dell’Ambito Ottimale 6 affidataria del sevizio di igiene urbana in regime di salvaguardia…( estratto di Del.del Cons.Comunale di Pontassieve n.42 del 21/04/09)”. Nella stessa Delibera di CC, prendendo come assunto questa affermazione, vengono citate Leggi Regionali e Decreti nazionali da cui, secondo i funzionari che la hanno redatta, Discende che AER SPA risulta titolare per la realizzazione e gestione dell’impianto “I Cipressi” RUFINA e degli altri impianti che andranno a costituire il sistema di smaltimento dell’area attualmente già servita dalla stessa AER SPA.

Premesso
5) L’Art.18, comma 1 della Legge Regionale n.61/2007, che modifica l’Art. 24, comma 1 della Legge Regionale 25/98, cita:… sono Istituiti i seguenti ATO.. ATO TOSCANA CENTRO, costituito dai Comuni compresi nelle Provincie di Firenze,Prato, Pistoia (il 30/10/2008)…..
6) Dalla Delibera della Giunta Regionale n.630 del 04/08/08 si legge: …”Considerato che, ai sensi dell’art. 26 della Legge Regionale 61/07, il soggetto competente a compiere tutte le attività necessarie all’affidamento del servizio fra le quali rientra la verifica dei soggetti gestori delle concessioni che non risultano cessate, ai sensi dell’art.113 comma 15bis del D.Lgs. 267/2000, e l’eventuale adeguamento degli atti di affidamento al fine della realizzazione degli impianti è la COMUNITA’ D’AMBITO, costituita ai sensi dell’art.24 della Legge Regionale 25/98”.
7) Le nuove Comunità di Ambito secondo l’art.24, comma 3 della Legge Regionale 61/07 subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi delle corrispondenti Comunità degli ATO già esistenti.
8) Dalla Delibera della Giunta Regionale n.630/08:…” Ritenuto pertanto necessario.., che siano le nuove Comunità d’Ambito a verificare i requisiti dei concessionari non cessati ai sensi dell’art.113 , comma 15 bis del D.Lgs. 267/2000, e conseguentemente dei soggetti legittimati alla realizzazione degli interventi, verifica che deve essere compiutamente motivata e deve quindi dar conto dei requisiti sopra richiamati…DELIBERA…4) Di dare mandato alla COMUNITA’ D’AMBITO ATO TOSCANA CENTRO, non appena costituita, di individuare, con provvedimento motivato e alla luce dei requisiti in premessa.., i concessionari non cessati e conseguentemente i soggetti legittimati alla realizzazione degli interventi previsti dal Piano Straordinario”.

Considerato quanto in premessa sembra, essendo la Del. n.1 di ATO 6 precedente alla Del. Reg.630/08, che l’Ambito Ottimale 6 non abbia alcun titolo per confermare o meno l’affidamento ad AER SPA, in quanto competenza dell’Ato Centro Toscana

“ ..AER SPA ha deciso, nella sua piena autonomia gestionale, di costituire la Società AER IMPIANTI srl con l’intento di utilizzare la nuova società per finanziare la realizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti con il ricorso alla finanza di progetto, in particolare per isolare i flussi di cassa relativi alla gestione dell’impianto rispetto a quelli relativi alla gestione dei rifiuti"

Viene spontaneo chiedersi come, AER SPA, possa esercitare questa sua presunta “piena autonomia gestionale” affidando ad una SRL da lei costituita e composta dagli stessi soci pubblici e privati di AER SPA, la realizzazione di un impianto ( Inceneritore “I Cipressi” di Rufina) e la sua gestione mentre, salvo prova contraria, la stessa è in attesa di una verifica ( da parte di ATC) dei requisiti atti a stabilire se trattasi di azienda con le concessioni in essere o meno.
In questo status di consolidamento della Legge Regionale 61/07, i cui principi ispiratori derivano dalla volontà di produrre risparmi nell’Amministrazione Pubblica rispettando l’economicità, l’efficienza e l’etica della concorrenza, pensavamo che AER SPA esercitasse la gestione del ciclo integrato dei rifiuti in forma “corrente”, cioè:
-senza modificare i suoi rapporti associativi attraverso la costituzione di AER IMPIANTI SRL,
-senza prendere decisioni ( autonome!) che in prospettiva sarebbero contrarie alle indicazioni della L.R. 61/07 che definisce un unico gestore per ogni ATO accorpato.

AER IMPIANTI SRL è stata costituita direttamente da una società mista pubblico-privata a cui è stato affidato il finanziamento, la realizzazione e la gestione dell’inceneritore Le stesse quote proporzionali alla sussistenza nella SPA, sono state riacquistate dagli stessi soci Un altro interrogativo che si pone, ancora in contraddizione con la L.R. 61/07, è:
>> è mai possibile che se gli affidamenti devono rispondere ad un requisito fondamentale, cioè quello che la società mista deve indire una gara ad evidenza pubblica per la scelta dei soci privati,
gli stessi soci pubblici e privati, già esistenti nella gemella AER SPA, si ritrovino, in barba a tutte le Leggi e i Protocolli d’intesa, gestori assoluti della parte finale del ciclo dei rifiuti, senza minimamente essere entrati in concorrenza con il settore a cui appartengono attraverso una gara ad evidenza pubblica

Ci sono tante altre cose su cui andrebbe fatta una analisi più approfondita ma quanto sopra è quello che mi è balzato più all’occhio

AER spa



Articolo inviato alla Stampa

la Società AER SPA, nata per la gestione dei rifiuti nell’ambito dell’ex ATO 6 modifica il suo Statuto, ( da estratto di Deliberazione del Consiglio Comunale di Pontassieve n.119 del 25/11/2008) integrandolo con nuovi oggetti sociali al fine della gestione di una serie di servizi pubblici di competenza dei comuni, quali:
• Attività nel settore dell’illuminazione
• Segnaletica stradale
• Controllo elettronico del traffico
• Monitoraggio ambientale
• Arredo urbano
• Informazioni di pubblica utilità
Per poter sostenere il Presidente della stessa AER nei nuovi settori di competenza (non ancora assegnati) , viene introdotta la figura del Direttore Generale ( con evidente aggravio di spesa pubblica).
Nella stessa Delibera viene aumentata la durata della Società fino al 2050 per poter richiedere il finanziamento per l’”ampliamento” dell’Inceneritore di Rufina.
Queste operazioni sono successive ad una precedente assegnazione, sempre ad AER spa, di un servizio comunale, cioè lo Sfalcio dell’erba nelle aeree pubbliche, che AER SPA immediatamente dopo assegna a sua volta, in subappalto, per quanto attiene all’area del Comune di Pontassieve, ad una cooperativa già affidataria di servizi comunali, fra i quali la refezione scolastica (per i comuni di Pontassieve, Pelago e Rufina). E’ bene ricordare che questa operazione ha aumentato il carico fiscale per i cittadini del 2,7%i. Nel Marzo del 2009, nella sua “completa autonomia gestionale”, forse, dimenticando le disposizioni della L.R. 61/07, i Protocolli d’intesa fra i comuni e successive DLGR, il Consiglio di Amministrazione di AER, nella figura di unico socio Presidente di AER Spa, costituisce una Società a Responsabilità Limitata con Capitale sociale di 20.000€, al fine di finanziare i lavori per il nuovo Inceneritore di Rufina e di deviare i flussi di cassa relativi ai servizi di gestione dei rifiuti nel territorio da quelli per la gestione di impianti di incenerimento, coincenerimento ( Cementifici) e discariche. Dalla volontà del Consiglio di Amministrazione sembra che questa sorta di mitosi societaria sia avvenuta per dei compiti economici e finanziari di tipo strumentale rivolto alle Amministrazioni pubbliche.
In realtà nell’oggetto dello Statuto di questa Società AER impianti srl si prevede la realizzazione e la gestione degli impianti in oggetto e non solo la ricerca di finanziamenti e deviazioni di flussi di cassa.
Il Capitale sociale di AER IMPIANTI SRL viene poi venduto ai comuni presenti nella stessa proporzione di percentuali che hanno in AER SPA. Viene dichiarato che AER SRL è di proprietà al 100% di AER SPA.
A questo punto, dopo questa interminabile logica di “moltiplicazione dei pani e dei pesci” ci chiediamo:

A cosa serve la Legge regionale 61/07 sugli accorpamenti dei numerosi ATO toscani in soli tre Macro-Ato, al fine di razionalizzare ed ottimizzare il servizio integrato di gestione dei rifiuti e per ottenere dei risparmi nella Pubblica Amministrazione?

Perché AER SPA prende decisioni così controcorrente, nonostante la stessa Legge Reg. sia molto chiara in merito allo scioglimento degli ATO e al percorso delle Aziende ad essi legate che devono operare per arrivare ad un unico Gestore?

Può AER SPA, in questa logica di accorpamento in una unica gestione, aumentare la durata della Società fino al 2050 al fine del finanziamento di un inceneritore della cui “concessione in essere”, la stessa AER SPA, deve ancora dimostrarne i requisiti, pena la decadenza delle concessioni stesse?
Di conseguenza, anche se una società a capitale misto pubblico-privato, per realizzare le sue finalità, può costituire una SRL, nel caso in oggetto può AER SPA assegnare ad AER IMPIANTI SRL una concessione per gestire la realizzazione e la gestione del nuovo inceneritore?

E’ legittimo che gli stessi soci privati di AER SPA possano mantenere la concessione alla realizzazione e alla gestione degli impianti, attraverso la Società a Responsabilità Limitata, anche quando AER SPA dovrà fondersi in un unico gestore e gli affidamenti dovranno avvenire con gara ad evidenza pubblica?

Era veramente necessario, nell’ottica del risparmio pubblico, creare un Direttore generale in AER SPA per sostenere il Presidente della stessa in servizi non ancora affidati, un nuovo Consiglio di Amministrazione e un Presidente in AER IMPIANTI SRL?

A cosa servono i Consigli Comunali, composti da persone elette dai cittadini, se non per dare l’indirizzo ed esercitare il controllo su ciò che le Giunte, i Sindaci e gli Uffici attuano?
Il Testo Unico degli Enti Locali attribuisce ai Cons. Comun. gli atti di: “ Organizzazione dei pubblici servizi, costituzione di Aziende speciali ed istituzioni, concessione dei pubblici servizi, partecipazione dell’Ente locale a società di capitali,…”, “… competenza sulla modifica di rapporti associativi e Statuti dell’Ente” che devono esprimersi in dibattito e approvazione di Delibera di Consiglio sulla opportunità o meno di costituire nuove società(art.42 lettera e), modificato dall’art.35 comme 12, L.448/2001), non sull’approvazione di Statuti di Società già costituite precedentemente!

A cosa servono le leggi sulla trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni quando così facilmente vengono trovate formule da prestigiatori per scansarle?
Nel contesto politico e sociale che viviamo si percepisce, da parte dei cittadini, un estremo bisogno di riacquistare la fiducia negli Organi che loro stessi sono demandati ad eleggere ma questa non ci sembra la strada giusta. Essi sperano che nel sistema economico perverso che il r egime in cui viviamo ha imposto,le forze progressiste e riformiste non debbano comportarsi come i camaleonti.
RP

A PROPOSITO DEL CEMENTIFICIO




E’ ormai storia antica che i cittadini di alcune zone di Pontassieve si lamentano per le emissioni del Cementificio. Alcuni raccontano che in certi giorni, nella zona che circonda l’Impianto, la mattina presto trovano le proprie automobili sporche di polvere che non viene certo dai campi.
La colonna di fumo che si leva, vista da “ inizio Borgo” nelle mattine invernali, fa da sfondo a tutta la via con i suoi palazzi medievali, coprendo il cielo.
Se ci fate caso è una visione surreale che non evoca certo antichi Borghi. Semmai, è l’immagine di una città da archeologia industriale che a quanto pare non vuole abbandonare la sua storia passata.
Quella storia fatta di colonne di fumo che ravvivano il ricordo di coloro che sognano ancora un tempo di grande attività industriale che non c’è più. In questa zona dove il fumo è più denso, troviamo un Inceneritore, circondato da centinaia di cassonetti, che dopo quasi trentacinque anni di attività, più o meno discutibile, è arrivato al termine e non ce la fa più nemmeno con le certificazioni emas e con le proroghe.
Accanto a lui c’è l’altrettanto vecchio Cementificio. Il grande monumento all’indifferenza è lì e, come nemmeno le termiti sanno fare, si è mangiato quasi tutta la collina. Nonostante abbia modificato il senso dei venti nella Valle dell’Arno, anche questo scempio ha goduto dell’indifferenza dei nostalgici. Intanto il Vecchio continua a gettare nell’aria il suo mix di polveri sottili, fatte di sostanze chimiche e metalli pesanti, nelle stesse quantità di venti anni fa.
Infatti l’ultima Autorizzazione alle emissioni in atmosfera, rilasciata dalla Regione Toscana all’ITALCEMENTI, con una Delibera di Giunta Regionale, risale al 1989, quando ancora la ricerca scientifica sulle gravi patologie legate all’assunzione di inquinanti, non aveva raggiunto la conoscenza della grande pericolosità di questo tipo di impianti.
La Commissione Europea non fa che aggiornare in senso restrittivo i limiti degli inquinanti e pretende il rispetto di questi da parte dei suoi partner, compreso noi.
Ma la storia e la tradizione di cui prima accennavo, vanno rispettate, e così il vecchio cementificio gode della benevolenza della tecnocrazia provinciale, così generosa nel rilasciare atti, in un balletto di prescrizioni e proroghe che spesso si contraddicono.
In realtà, queste servono a mantenere un traballante equilibrio dello status-quo.
Tra i quanti desiderano prevenire le malattie, difendere la propria salute e combattere il progressivo impoverimento ambientale del nostro territorio, qualcuno ha pensato di rivolgersi a coloro che sono deputati a farlo. L’ARPAT, Agenzia Regionale Protezione Ambiente e Territorio.
Il candore innocente con cui sono stati accolti dai soldati dell’Ambiente e la magica serenità per aver rispettato le procedure dimostrata da parte dei tecnici, ha risolto i loro interrogativi, fugato qualsiasi dubbio sul rischio di aver superato la soglia massima di assunzione di veleni quotidiani. La procedura è stata rispettata
In realtà è stata effettuata una sola verifica dei tecnici Arpat, in un arco di moltissimi mesi, per confrontare direttamente nell’Impianto i valori delle emissioni che ha dichiarato, con i suoi tecnici, la famiglia del Grande Vecchio, l’ITALCEMENTI multinazionale. Ogni semestre inviano, o dovrebbero inviare ad Arpat e alle Istituzioni, le quantità di sostanze da loro emesse in aria, terra ed acqua.
Allora questi visionari dell’ambiente, ipocondriaci cittadini si sono sbagliati!!
Le verifica compiuta risulta nella norma, quindi possono stare tranquilli.
Non occorre certo dirgli quanto realmente accade.
Infatti, i valori che risultano dalle verifiche sono nella norma perché vengono presi come dati di riferimento non i limiti massimi consentiti dalle Leggi attuali e dalle Direttive CEE, ma quelli sulle emissioni autorizzate dalla vecchissima Delibera Regionale del 1989.
Le altre Aziende inquinanti hanno il dovere di rispettare i limiti previsti dal DLgs 152, … che è in linea con le direttive Cee.
Il grande Vecchio invece ha il diritto di sputare in aria veleni come faceva venti anni fa!

Ogni giudizio è superfluo

Rosini

La storia di Alì...




Alì è un bambino di colore e frequenta la scuola a Pontassieve.
Gli piace andare in bicicletta, usa il computer e stravede per i graffiti.
Quando incontrò un membro dell’Amministrazione gli chiese se poteva essere realizzata una pista da biciclette per ragazzi e magari, nei muri dei tanti capannoni abbandonati del Comune, indicare alcuni spazi per fare murales.
La sera, dopo le otto, quando il paese è deserto, è facile vederlo girare in bici con qualche suo compagno, anche di colore.
In quel silenzio, sotto la luce della coop, queste figure scure suscitano inquietudine nei pochi passanti, che attraversano la strada per non incrociarli. Qualcuno pensa: “ Cianno” ragione a “i” Governo! Ognuno “dee” stare “n” casa sua!
A scuola se la cava bene con la lingua italiana e i professori gli hanno insegnato molti verbi: “ Aggregare”, “Socializzare”.
Ha imparato anche tante parole nuove, che nemmeno ne esisteva la traduzione nella sua lingua d’origine. “ Costituzione”, “Democrazia” e tante altre ugualmente importanti.
Ma quando esce di casa è tutto un altro mondo, pochi lo notano, molti lo evitano così le parole che ha imparato svaniscono nel nulla.
Ma non sa che una parola manca in questa sua confusione:
“Discriminazione”.

giovedì 7 gennaio 2010

Caro Marco....



Il mio amico Marco tutte le mattine affronta la sua avventura nella giungla urbana di Pontassieve.
Nonostante abbia una carrozzina a motore dell’ultima generazione egli combatte con treni ed autobus che non hanno la pedana, con una Stazione che non permette l’arrivo ai binari di partenza.
Quando deve aspettare per ore l’autobus adatto oppure percorrere un labirinto di stradine per arrivare al lavoro, in cima al paese, la sua forza d’animo è seriamente compromessa dal profondo senso di impotenza e di frustrazione.
E certo, di questi tempi, i diversi, i portatori di handicap, non sono molto alla moda.
Magari è per questo che le priorità sono diverse e che i finanziamenti Regionali per l’abbattimento delle barriere architettoniche, le quote sugli oneri d’urbanizzazione possono essere messi da parte.

VociSilenti




Il titolo di questo blog è da dove vorremmo partire per aprire un canale di comunicazione in rete per tutte le voci inascoltate, per chi vorrebbe parlare e non ha la forza o il coraggio di farlo.
La solitudine di quegli anziani non inseriti nelle associazioni del consenso. Come quella dei nostri giovani lavoratori e studenti pendolari che si sbattono a Firenze, fra autobus stracolmi e camminate. Per tutto l’anno e tutti i giorni. Per poi tornare a casa e rinchiudersi dentro perché fuori non ci sono occasioni di socializzazione, spazi ricreativi liberi da nostalgie del circolo e dopo le undici la sera non passa nemmeno la diligenza.
Quei bambini che per andare a scuola, transitano su percorsi e luoghi degradati il cui gioco ripetitivo, quando piove, è di sguazzare con i piedi su pozze che ristagnano.
Gli alunni che vanno in terrazza, oppure giocano nei giardini con vicino coperture di amianto.
I cittadini che pagano le tasse comunali e si chiedono come vengono spesi i loro soldi, poiché nulla di nuovo, se non inutili sfregi edilizi, si nota nella loro zona.
Coloro che respirano i miasmi dell’inceneritore e del cementificio, oppure quelli dei gas discarico provenienti dalla SS67.
Queste sono solo alcune delle voci che si levano da questo territorio. Silenziosamente inascoltate dal legittimo potere degli eletti e da quello economico.
Come una triste parodia di Macondo, il paese dove si vivono cent’anni di solitudine.
Non vorremmo che trionfassero i postulanti e i prestigiatori, i Melquiades che vendono i simboli dell’apparenza ai Buendia che sono lì da sempre.
La nostra aspirazione è di proporre questo blog come uno strumento che sia di informazione e riflessione, di documentazione e confronto.
Uno spazio aperto con libertà di parola che maturi proposte e solleciti i ns governanti.
Uno luogo virtuale dove incontrarci per amplificare le voci silenti e proporre insieme un nuovo ambiente sociale e naturale per il nostro territorio.