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giovedì 1 aprile 2010

E....."Il cielo si colora di grigio" !

            Il dovere di una informazione corretta è, in questi periodi, un tema dominante.
Spesso attraverso notizie pubblicate nei media si danno immagini distorte della realtà, nonostante le notizie stesse abbiano il fondamento della verità.
            Facciamo il caso dell’articolo apparso il 23/3/010 sul Corriere Fiorentino (nel quotidiano Corriere della Sera) in relazione alle emissioni di polveri e di altri inquinante da parte del Cementificio di Pelago.
            Si legge che i cittadini protestano per i frequenti depositi di polvere di cemento, o di materiali per farlo, sulle automobili, sui panni stesi e, chiaramente sui nostri polmoni.
           Di fronte ad un articolo del genere che provoca una legittima inquietudine nei cittadini, specialmente di coloro che risiedono nell’area di ricaduta delle polveri, ITALCEMENTI ed ARPAT si affannano ad affermare che nonostante questi fenomeni, imputati a particolari situazioni atmosferiche, non ci sia niente da preoccuparsi poiché da parte sua ITALCEMENTI compie nei termini previsti ciò che la legge prevede riguardo agli autocontrolli. Dal canto suo ARPAT afferma che le emissioni sono nei termini di legge. Stante così le cose le informazioni date dagli Organi di controllo interessati e dalla stessa Azienda ITALCEMENTI hanno il fondamento della verità cioè rispondono al vero.
           Purtroppo ogni verità non è mai assoluta infatti se approfondissimo l’informazione rispetto a quanto dichiarato ci dovremmo chiedere:
         >>  In quali intervalli di mesi o anni ARPAT compie controlli completi su questa infrastruttura inquinante che è il cementificio, posto in un area che nel tempo ha sempre aumentato la sua urbanizzazione residenziale e quindi la densità di popolazione nelle sue vicinanze?
         >>   Perché a sostegno di quelle verità dichiarate non si dice che di fatto, salvo alcuni studi di SIA con par ametrazioni a livello provinciale e compiute su modelli di area comunali e non di area interessata, non sappiamo l’incidenza delle patologie e della mortalità legate all’assunzione di quel particolare tipo di inquinanti del cementificio?
           Nel 2006 fu promulgato un Decreto Legislativo, il numero 152/2006, che obbliga gli Impianti inquinanti, come la cementeria in oggetto, che hanno l’Autorizzazione alle Emissioni rilasciata dopo il 1985 ( in cui vengono previsti i limiti massimi di inquinanti che possono essere dispersi in aria, terra ed acqua), a provvedere entro 15 anni dalla data effettiva di Autorizzazione al rinnovo, secondo le normative sulle emissioni attuali, della stessa.
           Da questa informazione sulla Legge si conferma la parzialità e la distorsione della verità, infatti se noi facessimo un paragone fra le ricerche della scienza medica sulle gravissime patologie oncologiche e comunque altamente debilitanti provocate dall’ingerimento o dall’assunzione per via aerea degli inquinanti e i limiti attuali previsti per Legge, ci renderemmo conto che il Principio Di Massima Precauzione non verrebbe quasi mai rispettato.
           Sulla carta si pongono dei limiti alle emissioni proprio in funzione della salvaguardia della salute umana ma faticosamente e con grandi resistenze i Legislatori adeguano detti limiti alle scoperte della Scienza Medica di tutto il mondo.
           Tornando quindi al nostro articolo sulla stampa e alle dichiarazioni degli addetti ai lavori sulla sicurezza per la popolazione che secondo loro è garantita, il paradosso fra la realtà e ciò che prevede la Legge ha la forza di una esplosione.
           ITALCEMENTI possiede una Autorizzazione alle Emissioni, rilasciata dalla Regione Toscana ben 21 anni fa, cioè nel 1989 e, come ebbi a denunciare in un precedente post nel mio blog, la stessa ARPAT compie i controlli, peraltro altamente diluiti nel tempo, adottando come parametri di riferimenti i limiti previsti in questa antica AUTORIZZAZIONE.
           Per concludere ITALCEMENTI ha tempo fino a tutto il 2010 per richiedere, ripeto richiedere, l’aggiornamento delle autorizzazioni.
           Da una richiesta di accesso agli atti fatta ad ARPAT, ad oggi, non risulta che ITALCEMENTI abbia fatto alcuna domanda di rinnovo delle emissioni.

Paolo R.