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mercoledì 3 marzo 2010

Il contributo di Marco sul cementificio.....

Ricevo da un socio dell’ Associazione Valdisieve una mail sul cementificio che pubblico con piacere sul blog.
Se volete dare un' occhiata a questo documento: "documento sui cementifici di Medicina Democratica", è molto interessante. Si parla dei cementifici che fanno uso dei rifiuti come combustibile, dei quali il CDR, che sarà prodotto per esempio col selettore di Terranuova, ne è un esempio.
Inoltre, aderendo alla proposta inserita nella lettera, contribuisco con qualche foto.     





http://picasaweb.google.it/kappapi64/CementificioDiPelago?feat=directlink

   "Ciao, mi chiamo Marco, e anch’io sono un socio dell’Associazione Valdisieve.
Nei giorni passati vi ho inviato una foto scattata da Volognano, che vedeva come sfondo

   Pontassieve e San Francesco, avvolti nel sottile velo di fumo proveniente dal cementificio.
Ebbene vi voglio raccontare una storia positiva.
   Il 3 dicembre scorso inviai ad ARPAT ed al Comune di Pelago una foto della ciminiera in funzione, scattata lo stesso giorno, nella quale chiedevo delucidazioni sulle emissioni del cementificio e spiegando inoltre che la nube in questione è un fatto ricorrente, e che pertanto, non è dovuto esclusivamente alle condizioni atmosferiche del momento.
   Credevo che tutto finisse li, avevo mandato quel messaggio con la sola convinzione sarebbe servito
solo a placare in parte la mia frustrazione ed a mettermi la coscienza a posto, con l’idea di averci almeno provato.
   Passano due mesi buoni quando alla riunione dell’associazione svoltasi martedì scorso, sollevando
il problema con i soci presenti, ho avuto la piacevole notizia che ARPAT, sollecitata da una
richiesta proprio del comune di Pelago, ed in seguito ad una segnalazione proveniente da un
cittadino avvenuta il 3 dicembre, aveva inviato, nei giorni di giovedì 10 e venerdì 11 dicembre, due
tecnici allo scopo di eseguire controlli presso il cementificio Italcementi di Pontassieve.
   Dal sopralluogo non è stato rilevato niente di anomalo, ma questo ovviamente non è una sorpresa,
in quanto, come vi ho detto prima, è la prassi, per noi cittadini, vedere la nostra valle ricoperta da
quella nube che nasce da un punto ben preciso, per poi diffondersi e ristagnare nella valle tra le
verdi colline che circondano Pontassieve.
   Quel niente di anomalo rilevato da ARPAT allora a cosa corrisponde?
   A quando risale la normativa a cui si fa riferimento per misurare le polveri emesse dal cementificio?
   Quali sono i valori che vengono presi come dati di riferimento come limiti massimi di emissione?
   Che rischi corrono i bambini, le donne, noi tutti?
   Chi tra questi enti e comuni si prende la responsabilità di farci respirare chissà quale veleno?
   Bene, vi chiedo uno sforzo, ma che sono sicuro che se saremo tutti insieme a compierlo qualcuno
dovrà pure ascoltarci, fornirci una risposta concreta, ma soprattutto una risposta rassicurante!
   Non chiediamo altro che la tutela della nostra salute, un diritto che nessuno dovrebbe toglierci, o
meglio negarci con l’indifferenza alle nostre domande!
   La ricerca scientifica rivela la gravità delle patologie legate all’assunzione di inquinanti,
denunciando la grande pericolosità di questo tipo di impianti.

Cosa possiamo fare?

   Facciamo sentire la nostra voce, scattando foto quando vediamo qualcosa di anomalo e chiedendo
spiegazioni, inviamole agli enti preposti alla salvaguardia della nostra salute, quali ARPAT e
Comuni, i quali hanno tutti un loro sito internet.
   Un ultimo pensiero, ma non per questo meno importante, va a tutti i lavoratori di Italcementi.
   Non possiamo, e non dobbiamo fare il modo che la nostra battaglia possa diventare una minaccia
per il loro posto di lavoro, un ricatto per impedirci di proseguire nei nostri scopi.
   Entrambi dobbiamo far valere i nostri diritti, la serenità di avere un posto di lavoro fisso è la stessa
di sapere di vivere in un paese in cui quando la mattina ci si sveglia e si aprono le finestre di casa,
non stiamo lasciando i nostri bambini ancora appisolati nei loro letti in preda ad una minaccia
subdola … che agisce nel silenzio e nell’indifferenza più totale.
 
Marco Cerini , 27/02/2010"

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