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lunedì 1 marzo 2010

Inceneritore: “Pannelli dimenticati”

Dal Piano Regionale di Gestione dei rifiuti, approvato con Delibera del Consiglio Regionale n.88 del 7/4/88, al punto <4.4.4 Programma di controllo della qualità del sistema di monitoraggio in continuo>, si legge:
     “In sede di richiesta dell’Autorizzazione all’ esercizio dell’impianto di trattamento termico, il richiedente dovrà presentare all’Autorità competente un programma di controllo della qualità del sistema di analisi in continuo delle emissioni in atmosfera . L’autorità di controllo valuterà l’adeguatezza del sistema e prescriverà eventuali modifiche e integrazioni.
       Ogni impianto di trattamento termico, entro il 1.1.2000, dovrà dotarsi di sistemi di informazione permanente delle emissioni tramite pannelli e dati variabili o monitors visibili continuamente dai cittadini.
     Qualora, ritenuto opportuna dall’Amministrazione comunale sul cui territorio è situato l’impianto, devono essere adottati sistemi di informazione permanente in continuo delle emissioni consultabili dall’amministrazione e/o dalla popolazione anche al di fuori dell’impianto.”
        Secondo quanto prescritto da questo punto del Piano Regionale Rifiuti citato, già dal primo gennaio del lontano anno 2000, l’inceneritore di Rufina doveva dotarsi di pannelli o monitors, in cui fossero continuamente visibili dai cittadini le emissioni in atmosfera.
        Questo obbligo di legge viene “dimenticato” dai responsabili per sette anni, fino al 2007 quando con l’Atto Dirigenziale della Provincia di Firenze, n. 1468 del 30/4/2007, vengono descritte le prescrizioni da rispettare nell’Autorizzazione all’esercizio dell’impianto. L’ultima palla passa allo sportello unico per le attività produttive del Comune di Rufina che deve rendere esecutivo l’Atto della provincia citato.
         Il non aver rispettato la norma prevista che rende pubblici i dati in continuo dei vari inquinanti emessi nell’aria può dare adito a diverse spiegazioni del tipo:
         Forse non hanno letto la legge fino in fondo dimenticando, guarda caso il punto 4.4.4, magari era stato solo scorso e rispetto alla complessità della gestione di un impianto poteva apparire un elemento residuale. Chissà!
         Sta di fatto che nell’obbligo di questo articolo, nessuno dei responsabili, per tanti anni, ha recepito il concetto fondamentale della trasparenza dei dati e della possibilità di un autocontrollo, da parte di tutti cittadini che vivono nell’area interessata, sui livelli di assunzione delle sostanze chimiche nel proprio organismo. Se volessi essere pignolo mi verrebbe da pensare che tutti i richiami e le norme previste in Leggi Nazionali, Decreti e Leggi Regionali sui diritti alla partecipazione dei cittadini, ai principi di sostenibilità e alla tutela della Salute pubblica siano stati “rimossi” dalla loro coscienza politica.
         Una conferma ai miei dubbi potrebbe essere rappresentata da quelle che sembrano ricorrenti magie degli atti dirigenziali. Non siamo illustri tecnici, ma gente del popolo che deve respirare “in continuo” mix di sostanze tossiche e deve avere la sicurezza sulle quantità assunte. Sicurezza che gli giunge, quando giunge, da Organi pubblici in base a iperboliche statistiche che rispondono a criteri di programmi informatici, di leggi obsolete che permettono ad esempio, al Cementificio, definito dalla legge impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi, di sparare nell’aria probabilmente fino al 2013, il frutto dell’incenerimento, con la stessa quantità di sostanze che produceva nel 1989.

Dunque, non siamo tecnici e per questo che la Provincia di Firenze dovrebbe spiegarci alcune cose:

• Il Piano Regionale dice che ogni impianto deve dotarsi di pannelli o monitors in cui siano visibili permanentemente i dati delle emissioni in continuo (dati reali).

L’Atto Dirigenziale n. 1468, della Provincia, nel punto 2 delle disposizioni fa sorgere il dubbio dell’uso di un primo ingrediente dell’alchimia interpretativa, infatti:
    “ 2) I dati pubblicizzati dovranno esprimere le medie giornaliere con i limiti di riferimento di legge, per gli opportuni confronti ed i commenti relativi”.

Quindi i nostri pannelli, che non esistono, secondo la Provincia non ci dovrebbero dare i dati reali in continuo che provengono dal sistema di analisi, come dice il Piano Regionale, ma le medie risultanti da un complicatissimo programma informatico stabilito dagli analisti.

• Il secondo ingrediente della magia degli atti è al punto 3) :” Il sistema dovrà essere consultabile, 24 ore su 24, dalla Pubblica Amministrazione e dalla popolazione ( ndr. anche da chi non possiede, o non ha pratica di computer)secondo le seguenti modalità:
     a) per tramite sito internet della Ditta AER SPA ( ndr. Il Piano Regionale prevede invece pannelli o monitors all’interno dell’impianto, visibili permanentemente dai cittadini)
     b) per tramite PMI (Punti Multimediali informatici) presso l’Amministrazione di Rufina.
( ndr. In questo punto il tecnico responsabile “ha volato alto” poiché, sempre secondo il Piano della Regione, è l’Amministrazione Comunale e non la Provincia, che stabilisce, se lo ritiene opportuno, di installare o meno pannelli, anche al di fuori dell’Impianto. Penso che l’Amministrazione di Rufina non abbia gradito, comunque sia, trattasi di pannelli visibili e non di risultati di un programma informatico da leggersi in una pagina web) .
     c) per tramite i PMI presenti in tutto il territorio della Provincia (ndr. il “volo” del nostro tecnico è diventato stratosferico poiché ha immaginato che i cittadini di Rufina, Pelago e Pontassieve che non hanno il computer, ogni tanto, organizzino una gita per andare non so, a Peretola , a S.Donnino, oppure dove si trova questo ridondante Punto Multimediale Informatico).”

Ribadita la mia contrarietà a questa interpretazione del Piano regionale rifiuti, vorrei ricordare che nello stesso Atto Dirigenziale viene disposta, per la messa a norma dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto, la scadenza all’anno 2007.

Dopo tre anni a che punto siamo?

rosini

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