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lunedì 22 febbraio 2010

Era Gennaio del 2010

Il volontariato di protezione civile opera per un unico scopo ma possiede innumerevoli anime. Dalle piccole alle grandi emergenze compie la sua opera con grande dedizione e sacrifici, talvolta mettendo a repentaglio la sua incolumità per aiutare e soccorrere.
Possiede mezzi e attrezzature per numerose tipologie di intervento.
E’ una componente di cui nessun organo deputato, corpo istituzionale o comitato di coordinamento delle emergenze, può fare a meno. Senza il volontariato la protezione civile non esisterebbe, almeno in Italia.


Questa entità reale che possiede centinaia di migliaia di volontari di tutte le età, sesso e condizione sociale, sopporta il primo impatto con le situazioni di catastrofe: dal primo soccorso e salvataggio all’impegno nel riannodare i fili del tessuto sociale sconvolto dalle catastrofi. Sono tante anime ma non è un partito né un movimento religioso, l’unica bandiera è la solidarietà.

Credo che proprio queste sue caratteristiche attraggano i politici che misurano i bacini di consenso e quindi che operino tentativi di strumentalizzazione, ma il senso dell’impegno civile, la voglia di aiutare solo per la soddisfazione di farlo, cozzano con i calcoli politici e di interessi economici.

A meno che tutta la storia di secoli di solidarietà non venga buttata come carta straccia e che, oltre alle ronde, non si inventi un corpo di Guardia Nazionale dove tutti operino come soldatini, la Protezione Civile non potrà mai fare a meno del rapporto con la società civile rappresentata dal volontariato.
Il Ministero e i grandi capitani delle emergenze non solo hanno bisogno della sua forza lavoro, ma delle indicazioni per migliorare il sistema attraverso l’esperienza maturata sugli scenari delle emergenze .

Credo sia sbagliato, per la realtà del volontariato, cadere nella trappola di difendere Bertolaso sotto l’aspetto personale, magari facendosi coinvolgere da qualcuno dei suoi delfini, ad esempio Galanti, quando dice nelle riunioni di volontariato (leggi art. “ No agli schizzi di fango. E agli sciacalli” il corriere fiorentino del 20/2/10, su cui Galanti interviene ad una riunione di volontari della Misericordia di Firenze):

-Se Bertolaso è un ladro, sono ladro anche io, se è un puttaniere , sono un puttaniere anche io…………..-

Non ci siamo! Il volontariato e la Protezione Civile non sono una “famiglia” dove si cerca di lavare i panni sporchi in casa. E’ una cosa ben più nobile!

Ho fatto servizio quando la protezione civile non esisteva e si interveniva nelle grandi emergenze affidandosi alle situazioni del momento, dotati di pochissimi mezzi e senza una organizzazione alle spalle. Poi è stato costituito un Dipartimento di Protezione Civile dove i nostri dirigenti del volontariato hanno dato un apporto fondamentale alla costruzione della Struttura di ciò che è l’attuale Protezione civile. Nel frattempo si sono succeduti molti responsabili nazionali ( L’Ing. Pecorelli, il Ministro Zamberletti,….). Abbiamo visto ruberie e malversazioni sulla pelle dei terremotati. Gli Imprenditori sciacalli, la criminalità organizzata e d anche la politica, si sono sempre gettati nel piatto ricco dei soccorsi e della ricostruzione.

Il volontariato deve restare fuori dal lato oscuro della protezione civile.
Rosini

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